Quando le Eredità della Storia sono davvero adeguate: il caso di Giuseppe Garibaldi

Ci sono dei casi in cui le Eredità della Storia sono davvero adeguate e degne: uno di questi è anche quello di Giuseppe Garibaldi Junior, che ho avuto l’onore di conoscere di persona, ieri, presso il Museo della Repubblica Romana di Porta San Pancrazio, a Roma (di ciò ringrazio il Centro Romanesco Trilussa, vivace comunità artistica e culturale che frequento da meno di un anno).
Dopo la rievocazione dei fatti della Repubblica Romana del 1849, da parte dell’Associazione Romana Gli Amici di Righetto, ho apprezzato molto il discorso – pacato e sobrio, pur nella sua profondità – di Giuseppe Garibaldi Junior, classe 1947. Egli, tra le altre cose, ha posto l’accento su temi e aspetti di cui sono persuaso da tempo, vale a dire sull’inevitabile e doveroso spostamento della focalizzazione sociale, oggi nel XXI secolo, su differenti punti di attenzione. Tra questi,  indubbiamente un’ottica non più nazionale bensì planetaria, ovvero: guardare al Pianeta piuttosto che solo al pur glorioso storico Risorgimento.
Una splendida persona, un pronipote degno del bisnonno: sono orgoglioso di averlo conosciuto,  avergli parlato e stretto la mano.
Ad Majora!

L'ho conosciuto di persona, ieri, presso il Museo della Repubblica Romana di Porta San Pancrazio, a Roma, dopo il suo…

Pubblicato da Fabio Sommella su Mercoledì 12 febbraio 2020

[Fabio Sommella, 12 febbraio 2020]

Attribuzione – Non commerciale – Non opere derivate 2.5 Italia (CC BY-NC-ND 2.5 IT)

Consapevolezze

Lesse “Trovare un senso a una storia, anche se quella storia [in apparenza] un senso non ce l’ha…”; immediate balenarono immagini, volti, canti, musiche… gli occhi inondandoglisi di lacrime.

“Io so’ romana / e so’ der Cuppolone / so’ nata in Borgo / dov’è Conciliazione”, rimava in vernacolo – che, lui, puntualmente, storpiava, non sapendo scriverlo – sua madre, tanti tanti anni prima. E, di lì a breve, lei ventenne gli avrebbe detto: “Ma che fai? Prendi il caffé amaro?” E lui avrebbe risposto: “Ma sì, lo zucchero non mi serve, perché sei tu la zolletta nel mio caffé quotidiano!”

E ricordava il Direttore Medico, di quella farmaceutica dove – suo malgrado – accettò poi di svolgere consulenze bio-statistico-informatiche, che gli diceva: “Dottore, non è importante come si risolve un problema; questo lo san fare tutti. Un problema lo si deve saper approcciare!”

E allora rammentava pure i versi dei due Franceschi. Il primo, che diceva “Bisogna saper scegliere in tempo, non arrivarci per contrarietà…”, anche se lui – aveva la riprova – sapeva bene come nella vita, spesso, la contrarietà imperversi. Del resto Philippe Roth avrebbe affermato che “La vita non è capire bene le persone, ma capirlle male, poi male, e poi ancora male…”.

Ma rammentava ancor più il secondo – Francesco – con l’emblematico “Ma Nino, non aver paura di tirare un calcio di rigore, non è mica da questi particolari che si giudica un giocatore: un giocatore lo vedi dal coraggio, dall’altrusimo, dalla fantasia.”

Certo è anche alla luce di ciò che, lui, stamane, al figlio che si recava a un esame diceva: “Procedi con la serenità del giusto. La fiducia di chi ha approcciato idoneamente i problemi; di chi ha coraggio, altruismo e fantasia”.

“Sì, figlio nostro”, aggiungeva, “procedi kantianamente, con la consapevolezza illuministica di essere uscito dallo stato di minorità: il resto non ci appartiene.” ♥

[Fabio Sommella, 23 maggio 2019]

Attribuzione – Non commerciale – Non opere derivate 2.5 Italia (CC BY-NC-ND 2.5 IT)

 

Dissonanze e Minoranze

Prendendo spunto da un mio precedente articolo – quello relativo alle Dissonanze, tanto cognitive che musicali, del 20 giugno 2018 – mi piace qui ampliare il medesimo concetto estendendolo al tema delle Minoranze nell’ambito sociale, ovvero delle grandi o piccole collettività/comunità umane. Anche perché sui blog si leggono spesso unilaterali affermazioni tipo “Le Minoranze devono necessariamente sottostare alle Maggioranze“. Beh, mi sembra il caso di affrontare la tematica – cruciale, anche nella nostra contemporaneità – con un minimo di riferimenti scientifici e non solo sull’onda dell’emotività.

Rimandando all’articolo del 20 giugno 2018 per alcuni aspetti di dettaglio – relativi alle nostre necessità di coerenza, strategie di riduzione della dissonanza cognitiva, ai parallelismi con la dissonanza musicale – interessa qui approfondire il nesso e il parallelismo con le Minoranze. A tal fine mi rifarò ad alcune mie precedenti riflessioni – datate luglio 2015 –  in epoca in cui tra le altre cose mi sono dedicato, pur provvisoriamente, ad un corso di studio in psicologia sociale.

La dissonanza cognitiva, teorizzata da Leon Festinger, svolge per la psiche un affascinante ruolo di ricerca di stabilità che, consciamente o inconsciamente o, ancora, per rimozione o per dissociazione, operiamo al fine di sottrarci all’ostinato, o naturale, cambiamento del nostro agire o sentire, con la probabile finalità di mantenimento o evoluzione del nostro .

Come già detto la citata dissonanza cognitiva richiama la dissonanza in altri ambiti di conoscenza, specificamente quello musicale per il quale, il compositore e maestro Roman Vlad, sosteneva che essa fosse “motore della storia musicale”. Un breve estratto, molto indicativo in tal senso, da p. 150 del libro indicato al suddetto link: “Fin dall’antichità ci si accorse che quanto più semplici erano i numeri di queste frazioni, tanto più  dolcemente suonavano insieme, «consonavano»  i rispettivi suoni, tanto più consonante era l’intervallo  da essi formato. (…)  A quellìepoca, e fino al Medio Evo avanzato, tutti gli altri intervalli, caratterizzati da rapporti numerici comprendenti numeri quali 5, 6, 7, 15 e 16, venivano considerati dissonanze. Anche le terze e le seste, che per le nostre orecchie suonano in modo perfettamente consonante.” [Roman Vlad, Introduzione alla civiltà musicale, Zanichelli, Bologna, 1988, p. 150]

A tutto ciò si affianca, stavolta in ambito squisitamente di psicologia sociale, il ruolo che, secondo Serge Moscovici, le minoranze svolgono nell’evoluzione sociale. L’evoluzione costante è, a parere di Moscovici, dovuta soprattutto all’influenza delle minoranze, da principio inascoltate e dissidenti, poi incidenti nell’evoluzione sociale.

Mi sembra possa avere importanza rimarcare che le minoranze, indicate da Serge Moscovici, svolgono un ruolo nel sociale analogo a quello che la dissonanza svolge nella cognizione; e che di nuovo, a questo punto, si potrebbe stilare anche una seconda proporzione: le minoranze stanno alla costante evoluzione sociale come la dissonanza, stavolta armonico-melodica indicata da Roman Vlad , sta nuovamente all’evoluzione NdR: storia] musicale.

Pertanto potremmo dire che, decisamente, siano le note stonate, o quelle che in certe fasi storiche appaiono tali – tanto socialmente quanto cognitivamente nonché ancora musicalmente – a fornire energia al motore evolutivo, in ogni ambito.

In questo scenario “gnoseologico”, forse non è marginale osservare che Festinger, pur nato a New York, era figlio di immigrati ebrei russi; Moscovici e Vlad erano entrambi romeni, il primo naturalizzato francese e il secondo naturalizzato italiano. Inoltre Festinger e Vlad erano entrambi del 1919 mentre Moscovici, poco più giovane, del 1925. Tutto ciò lascia intuire un similare analogo fervore intellettuale e culturale, epocale, originantesi dall’Europa dell’Est, macro-area per certi versi davvero minoritaria,  decisamente  dissonante, eppure potente motore di molte innovazioni culturali.

Gli attuali teorici degli orgogliosi purismi a tutti i costi – nazionali e nazionalisti – riuscirebbero a comprendere queste sottigliezze?

[Fabio, 10 agosto 2018]

Il cambio della guardia

Il cambio della guardia, dal sottotitolo Itinerari semantici nella cinematografia italiana del secondo ‘900: dalla conchiusa commedia all’aperta contemporaneità, vuole essere un articolato e attento esame di una parte della produzione cinematografica italiana della seconda metà dello scorso secolo. Nello specifico scruta le trasformazioni di quella che veniva denominata commedia all’italiana che ha annoverato, tra alcuni dei suoi Maestri, i nomi di Comencini, Emmer, Loy, Monicelli, Risi, Scola.

 

De Il cambio della guardia a Roma il 18 febbraio 2019:

se ne è parlato insieme a Patrizia Palombi al Van Gogh Caffè di Luca Bedini,.

 

La presentazione del 20 giugno 2018 presso la Biblioteca di Frascati.

Tuttavia il presente saggio non si limita a ciò, in quanto si sviluppa su più piani. Quello squisitamente cinematografico è senz’altro il maggiore ma non esaurisce la profondità dell’analisi, ponendosi dialetticamente in rapporto con la cultura della modernità e con quella che è stata denominata postmodernità, o contemporaneità. È in tale ottica che vengono prese in considerazione anche alcune tesi di illustri critici d’arte e letterari, quali Renato Barilli e Giulio Ferroni.

Inoltre, attraverso l’esame di alcuni dei più noti film italiani successivi al 1950 (tra quelli maggiormente approfonditi, per il livello di dettaglio a cui ci si spinge, spiccano C’eravamo tanto amati di Ettore Scola e La meglio gioventù di Marco Tullio Giordana), indirettamente si svolge un’analisi di costume. È in questo modo che, all’interno dell’ampio percorso, esaminando i criteri e le angolazioni che hanno ispirato e prodotto i film, l’autore cerca di identificare i momenti e i passi di un processo – quello proprio di cambio della guardia – che conferisce il titolo al libro.

Ecco i link ad alcune vetrine dove è possibile acquistare il libro:

Caosfera Amazon LibreriaUniversitaria Libraccio Feltrinelli  Mondadori IBS

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Il romanzo In altre esistenze, adesso, Edizioni Progetto Cultura, marzo 2024 

Il romanzo Cronache di eventi annunciati, Prospettiva Edizioni, Febbraio 2024. Leggete l’annuncio della Casa Editrice e anche la recensione di Rosanna Sabatini.

Innamorato di tuttomia ultima antologia poetica, dicembre 2023, pubblicata nella collana The New Romantics, diretta da Patrizia Palombi, di Simple Edizioni

La Stanza del Lampadario di Cristallo – romanzo edito da Edizioni Progetto Cultura, dicembre 2022

Critica in Semiotica Estetica alla mia lirica A mia madre. Grazie ancora agli organizzatori.

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Le interviste di Patrizia PalombiFrancesca Peronace, a Rosanna Sabatini  e a me  su Radio 06Play il giorno 11 novembre 2021.

Le interviste di Adriana Migliucci:

MIX, 16 luglio 2020, edito da Book Sprint Edizioni.

Cliccare qui per la pagina con il libro, l’intervista, recensioni, video, booktrailer…

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  2. Per “sondare” la mia raccolta di racconti Dal cosmo al caos,  attualmente (2024) non disponibile e IN CORSO DI RIEDIZIONE, fare clic qui. Per l’anteprima, fare clic qui.

In una qualche maniera, tutte queste pubblicazioni sono frutto di un medesimo fervore; quello che, in certe fasi della vita, ha imperversato in me attorno ad alcune aree e tematiche. È un fervore che si concretizzava transitando attraverso dei testi, introduttivi o cardine, comunque rappresentativi di quei temi.

Nella tarda adolescenza era la poesia, con le Histoires et autre histoires di Jacques Prevert o una raccolta di liriche, tra cui quelle di Montale, con in copertina Le muse inquietanti, nonché inebrianti dico io, di Giorgio De Chirico.

Poco tempo dopo erano le basi chimico-fisiche dei viventi, con Struttura e funzioni della cellula di Loewy Syekevitz (?) – dove degna corona faceva una chiosa poetica di William Blake che diceva “Tutto ciò che vive é sacro, la vita gioisce nella vita”; ma allora furono anche i principi dell’Ecologia di Odum e poi l’Adattamento negli animali.

Qualche anno dopo furono i principi della incipiente (?) informatica con quei testi di programmazione in linguaggio Basic e poi del nascente Windows, Lotus 1 2 3; alcuni di questi acquistati, rammento, in una libreria dal nome evocativo di antiche e misteriose sapienze: Camelot, a Cinecittá .

Ancora anni dopo, dal Ricordi di piazza Indipendenza e da Musicarte di via Fabio Massimo (?), furono i testi di teoria e alfabetizzazione musicale, pentagramma e metodi di lettura e scrittura; rammento il manuale di Giovanni Unterberger con la sua sacralità quando scriveva: “Complimenti: state leggendo la vostra prima partitura!”

Guardo quelle fasi, grumi e coacervi di moti dell’animo e della mente, come i più importanti momenti – a fianco a quelli dei carissimi affetti pregressi, attuali e futuri – come le più importanti fasi della vita, in cui eri come l’uomo primitivo che scopre che, al di la del proprio uscio di caverna, c’è un Universo con dei segni conoscibili, che possono essere compresi, decifrati, interpretati fino a contemplarlo, il Mondo, e comunicarlo nella sua bellezza e complessità.

Trasfigurazione (la mia lirica più bella?)

Bella
come la notte
distendi il tuo manto su me e
le tue stelle,
mirabili misteri
nell’oscurità del Cosmo,
dischiudono all’Eterno.

[Trasfigurazione, Fabio Sommella, 14 gennaio 2008]

 

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Il racconto Asimmetrie, tratto da Dal cosmo al caos, II Edizione, Amazon, 2019, pp. 246-249.

In sottofondo, il mio brano Miglioramenti

 

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