La Guerra dei Trent’anni (1618-1648): un sommario per comprenderne le cause, le tappe, i lasciti.

Ad uso degli studenti universitari (ma non solo) di Storia Moderna, che desiderino comprendere una fase di particolare rilievo e cambiamento per la modernità occidentale, periodo di forti transizioni e trasformazioni degli equilibri/disequilibri europei, presento di seguito questi miei appunti del 2012 – abbastanza meticolosi e articolati – in merito alla Guerra dei Trent’anni (1618-1648).

Fonti per la redazione del tutto sono state:

  1. il testo di Carlo Capra, Storia moderna, Mondadori Education, 2011
  2. le videolezioni del professor Giuseppe Galasso, UNINETTUNO
  3. ma, soprattutto, le chat, le aule virtuali e le interazioni sul forum  dell’allora e con l’allora tutor e  professore Gabriele La Posta, anno 2012, sempre allora UNINETTUNO.

Naturalmente eventuali inesattezze o improprietà sono ascrivibili solo a me. Per chiarimenti, posso essere contattato all’indirizzo email fabiosommella@hotmail.com

Augurando buona lettura, spero siano utili a comprendere meglio le dinamiche e i processi storici del periodo.

[Fabio Sommella, 1° giugno 2019 (rivisto 2022)]

Attribuzione – Non commerciale – Non opere derivate 2.5 Italia (CC BY-NC-ND 2.5 IT)

La guerra dei trent’anni (1618-1648) 1

Introduzione. 1

Cosa avviene (significati) 2

Dettaglio delle quattro fasi propriamente dette. 3

Paci e Postumi 5

Paci di Vestfalia: Osnabrueck e Munser 5

Postumi 5

Annotazioni varie. 5

Ancora sulle Paci di Vestfalia e le conseguenze. 6

Conclusioni 6

Poi 7

 

La guerra dei trent’anni (1618-1648)

Introduzione

La Guerra dei 30 anni è uno di quegli eventi spartiacque che hanno segnato il proprio tempo ed inciso profondamente su quanto è avvenuto successivamente. Tale conflitto catastrofico, di cui si è un po’ persa la memoria nell’uomo della strada per via della diffusa ignoranza (in senso proprio/latino di non conoscenza) sulle grandi questioni storiche, nasce nel cuore dell’Europa, e parte da una questione eminentemente religiosa, per divenire il presupposto di un nuovo ordine internazionale (il periodo è quello in cui il mar Baltico sta conquistando sempre maggiore importanza in Europa … c’è anche questa dimensione baltica e piano piano ci arriviamo)
Anzi, ad essere precisi, il contesto internazionale (detto: “arena internazionale”) così come lo conosciamo ancor oggi, nonostante tutte le evoluzioni degli ultimi secoli, è ancora un ordine che si chiama “Vestfaliano” proprio dagli esiti delle Paci di Vestfalia che posero termine al lungo conflitto in Europa centrale.

Si deve partire dal concetto cruciale di Sacro Romano Impero della nazione germanica. Questa entità, frammentata in molte entità territoriali diverse (per forza, dimensione, composizione, struttura ecc.) era sotto il dominio dell’Imperatore, ma al proprio interno da molto tempo andavano rafforzandosi le pretese di autonomia dei principi territoriali [NdR: di nuovo “localismi territoriali”; corsi e ricorsi storici!]. Se da un paio di secoli la Corona imperiale era sempre in mano alla potente famiglia degli Asburgo (che aveva i suoi possedimenti personali nella zona che ancor oggi corrisponde più o meno all’Austria, tant’è che la si chiamava anche Casa d’Austria), tuttavia questa corona era di carattere elettivo sin dalla fine del Medioevo, secondo quanto stabilito da Carlo IV con la Bolla d’oro nel 1356. [NdR: con questo documento (si vedano le videolezioni finali di Storia Medievale) si sanciva anche l’indipendenza della nomina imperiale dal papato: chi veniva nominato imperatore ad Aquisgrana, pur fuori dalla nomina in Roma da parte del papa, era di fatto imperatore; era una novità storica!]. Inoltre la Bolla d’Oro prevedeva che l’Imperatore della Nazione germanica venisse eletto da 7 principi-elettori (si pensi all’elezione di Carlo d’Asburgo, divenuto Carlo V nel 1519 in cui l’oro dei banchieri Fugger lo aiutò a conquistare il consenso dei principi-elettori e a battere così l’altro candidato forte che all’epoca era Francesco I di Francia!).

Con la Riforma protestante, avvenuta nella I metà del XVI secolo, molte cose erano cambiate. In primis, si era rotta l’unità religiosa all’interno dell’Impero ove, sin dalla pace di Augusta, convivevano cattolicesimo e luteranesimo (il calvinismo era presente ma non riconosciuto – il principio fondante era quello del CUIS REGIO EIUS RELIGIO, in base al quale il Principe sceglieva liberamente quale delle due confessioni seguire ed i suoi sudditi dovevano attenersi a questa oppure emigrare altrove). I principi protestanti avevano rafforzato il proprio potere rispetto all’Imperatore (non solo rimasto cattolico, ma ben presto divenuto campione del cattolicesimo nella figura stessa della casa d’Asburgo sul trono tanto a Madrid che a Vienna) e si erano col tempo andati prendendo sempre più spazi di autonomia che certo gli Asburgo ed i loro fautori non gradivano. Inoltre, la stessa composizione dei 7 grandi elettori imperiali era mutata. Dato che 3 di essi erano arcivescovi (Treviri, Magonza e Colonia) questi erano cattolici per definizione, mentre altri 3 erano col tempo divenuti protestanti (Brandeburgo, Palatino, Sassonia). Il settimo e decisivo era il titolare della corona boema che, guarda caso, era in mano agli Asburgo stessi; essi così avevano la garanzia della maggioranza a proprio favore (in quanto campioni del cattolicesimo riunivano i voti dei 3 arcivescovi e vi sommavano il proprio in quanto re di Boemia).

A far esplodere il conflitto, che come detto nacque e si svolse soprattutto nel mondo tedesco, fu proprio la questione della successione sul trono della Boemia con l’ascesa di Ferdinando di Stiria (Asburgo anch’egli) campione dell’ultracattolicesimo intransigente e controriformista sul trono di un paese a stragrande maggioranza protestante, quale era la Boemia. Questo portò alla scintilla della guerra: la celeberrima defenestrazione di Praga nel 1618[1].

Cosa avviene (significati)

Con quell’evento prese corpo quella che è passata alla Storia come la Guerra dei 30 anni che fu un conflitto dalle molteplici caratteristiche.

  • Fu uno scontro di civiltà, tra due modelli di cultura oltre che due credi religiosi: quello cattolico e quello protestante.
  • Vi fu poi, ben presto, l’internazionalizzazione del conflitto che uscì dai confini dell’Impero germanico per coinvolgere progressivamente altri attori in quello che divenne un sistema di Stati perfettamente consci del fatto che ciò che accade nel sistema direttamente o indirettamente riguarda tutti.
  • Per tale via, all’iniziale lotta religiosa, all’interno del mondo tedesco si sovrappose la lotta per l’egemonia sul continente europeo. In questo quell’evento bellico fu il primo esempio storico di guerra che, partita da un conflitto su scala locale, produsse come risultato il mutamento degli equilibri politici/dei rapporti di forza sul continente europeo. Se all’inizio del conflitto gli Asburgo d’Austria e di Spagna sembrarono poter rilanciare il loro sogno di egemonia (che già era stato di Carlo V e di Filippo II, seppur in misura ridotta), alla fine del conflitto la potenza asburgica risultò fortemente ridimensionata da una potenza economico-navale quale l’Olanda (la cui indipendenza dalla corona di Madrid venne riconosciuta proprio alla fine della guerra) e da una potenza militare e statuale quale la Francia che uscì vittoriosa dallo scontro e come la prima potenza del continente.
  • Altra caratteristica: l’emergere di nuovi protagonisti sulla scena politica europea: le potenze del Nord (come si ricordava all’inizio): la Danimarca e, soprattutto, la Svezia.
  • Da ultimo, il conflitto ebbe una dimensione “di massa”: Si è calcolato che circa 100 milioni di europei vi furono coinvolti. Proprio per queste ragioni, si può intuire che i costi della guerra furono terribili, come mai prima era avvenuto. Intere regioni della Germania, epicentro e immenso campo di battaglia dei diversi eserciti, videro calare la propria popolazione con punte del 60-70 %!!!

La Guerra dei Trent’Anni viene normalmente suddivisa nelle seguenti fasi:

  • Fase boemo-palatina (1618-25)
  • Fase danese (1625-29)
  • Fase svedese (1630-35)
  • Fase francese (1635-48)

Dettaglio delle quattro fasi propriamente dette

  • Fase boemo-palatina (1618-25)
    1. 23 maggio 1618 Defenestrazione di Praga
    2. 1619 Ferdinando II[2] diventa imperatore mentre i ribelli boemi offrono la corona imperiale a Federico V; Ferdinando II sollecita l’appoggio dei cattolici tedeschi e degli Asburgo di Spagna
    3. 8 novembre 1620 I Boemi sono sconfitti dall’esercito imperiale alla Montagna Bianca presso Praga; la corona sarà dichiarata ereditaria per gli Asburgo
    4. 1623 Deposizione di Federico V, palatinato ed elettorato imperiale al duca Massimiliano di Baviera
    5. 1627 Soppressione dell’autonomia boema
  • Fase danese (1625-29)
    1. 1625 Cristiano IV, re di Danimarca, (non si conosce la reale motivazione; forse religiosa? Forse speranza di un’egemonia danese almeno nella Germania settentrionale?) interviene a favore dei protestanti germanici
    2. 1626 il vincitore imperiale della Montagna Bianca, conte di Tilly, sconfigge Cristiano IV a Lutter
    3. 1626 contemporaneamente la Danimarca viene invasa da un altro esercito imperiale comandato da Alberto di Wallenstein, uno dei pochi nobili boemi rimasti fedeli agli Asburgo e che in funzione di questa fedeltà era stato nominato duca di Friedland nel 1624
    4. 1629 Cristiano IV si piega alla Pace di Lubecca; conserva i propri domini ma rinuncia a ogni ingerenza in Germania
    5. 1629 quasi contemporaneamente l’imperatore Ferdinando II, in base ai successi riscossi, emana l’Editto di Restituzione per la RESTITUZIONE dei BENI CONFISCATI dai PROTESTANTI ai CATTOLICI dopo il 1552[3]
  • Nel frattempo, “parallelamente”, in Italia avviene:
    • 1621[4] intervento francese in Valtellina
    • 1626 Trattato di Monzon: riconoscimento della superiorità spagnola nella regione Valtellina, importante zona strategica di passaggio dall’Italia all’Europa
    • 1627 estinzione, con la morte senza eredi di Vincenzo II Gonzaga, del ramo principale dei Gonzaga di Mantova
    • 1627 Rivendicazione del ramo francese, con Carlo Gonzaga duca di Nevers, alla successione; Vienna si oppose dicendo che sia Mantova che il Monferrato dipendevano dall’impero
    • 1629-1630 la Francia appoggia il Nevers; la Spagna appoggia l’impero e gli Asburgo di Vienna; discesa dell’esercito imperiale in Italia: conquista e saccheggio di Mantova e assedio di Casale Monferrato (protetta dai francesi); se il tentativo francese[5] di installarsi in Italia era malvisto dagli Asburgo di Vienna, era ancor peggio considerato dagli Asburgo di Madrid.
    • 1631 vantaggiosa pace di Cherasco; Nevers, pur “vassallo” dell’impero, ottiene il trono mantovano dando garanzia di non coltivare rapporti con la Francia e la Francia rimette piede in Italia ottenendo il possesso di Pinerolo, cittadina piemontese
  • Fase svedese (1630-35)
    1. Agosto 1631 Gustavo Adolfo di Svezia, in favore dei protestanti tedeschi precedentemente abbandonati dalla Danimarca, con lo scopo di potenziare la propria politica nel Baltico, sconfigge l’esercito imperiale cattolico a Breitenfeld
    2. Novembre 1632 nuova vittoria svedese a Lutzen sull’esercito del Wallenstein; Gustavo Adolfo cade sul campo
    3. Febbraio 1634 assassinio del Wallenstein per ispirazione dell’imperatore Ferdinando II che ne temeva la potenza ormai eccessiva
    4. Settembre 1634 gli imperiali insieme a un esercito spagnolo comandato dal fratello del re di Spagna, il cardinale Ferdinando, sconfiggono gli svedesi e i protestanti germanici a Nordlingen
    5. 1635 i principi germanici di Brandeburgo e Sassonia firmano una Pace a Praga, ottenendo tuttavia la sospensione dell’Editto di Restituzione di Ferdinando II emanato il 1629

NB: a questo punto, verso un’apparente situazione di pacifismo, la posizione di Vienna e dei cattolici sembrava migliorata rispetto alle condizioni del 1618 (anche la Svezia si disponeva alla pace!)

  • Nel frattempo, “parallelamente”, in Spagna il governo del conte di Olivares nonché duca, ministro di Filippo IV fin dal suo avvento al trono (1621), dopo i ”successi imperiali e spagnoli”, compie:
    • Lotta al lusso e alla corruzione
    • Risanamento delle finanze regie
    • Affermazione del potere centrale contro particolarismi e resistenze corporative e locali
    • 1626 Olivares presenta a Filippo IV un progetto di mobilitazione di tutte le risorse della Monarchia (Union de las Armas) à esercito spagnolo permanente di 140.000 uomini; contributi distribuiti e non solo limitati alla Castiglia à disegno assolutistico, centralistico, imperiale
    • Grande impresa della politica imperiale di egemonia spagnola in Europa (che erano sfuggite a Carlo V e a Filippo II)[6]
  • Fase francese (1635-48)
    1. 1635 i precedenti “eccessivi” successi di Madrid e Vienna spingono Richelieu a intervenire
    2. 1638 Ancora una vittoria spagnola (Spagna e Austria) sui francesi a Corbie anche se il fronte unitario avversario di Francia, Svezia, province unite, principi protestanti,tedeschi appare formidabile; la “mobilitazione” sperata da Olivares tuttavia non consegue i suoi effetti e suscita forti reazioni sia per gli aspetti fiscali che per quelli assolutistici/castigliani
    3. 1639 La flotta olandese sconfigge quella spagnola nella Battaglia delle Dune
    4. 1640 Portogallo e Catalogna insorgono contro Madrid; compare una falla nel sistema imperiale spagnolo
    5. 1642 muore Richelieu; il cardinale Mazzarino è il nuovo ministro francese
    6. 1643 grande vittoria francese a Rorcroi e licenziamento dell’Olivares da parte di Filippo IV che, insieme a Ferdinando III[7], avvia i negoziati che nel 1648 conducono alle Paci di Vestfalia; (si conclude, così quasi improvvisamente, la lunga fase di supremazia europea delle armi spagnole, che si era aperta con Ferdinando il Cattolico e con Carlo V)

Paci e Postumi

Paci di Vestfalia: Osnabrueck e Munser

Due località, per paesi protestanti e cattolici

  • Declino dell’elemento religioso nella grande politica europea
  • La Guerra dei Trent’anni si rivela “guerra di potenza” [NdR: da trattare nella pace?]
  • Riconoscimento da parte della Spagna, dopo 70 anni, dell’indipendenza olandese
  • Passaggio di tre vescovati (Metz, Toul e Verdun) alla Francia, oltre a piazzeforti sul Reno e alla conservazione di Pinerolo in Italia
  • Alla Svezia vanno varie zone della Germania settentrionale e del Baltico
  • Al Brandeburgo, che si delinea come la più forte potenza della Germania settentrionale, va la Pomerania orientale
  • L’impero riconosce di fatto l’indipendenza dei principi tedeschi con il loro diritto di Pace, Guerra e Alleanza
  • In Germania, oltre al cattolicesimo e al luteranesimo (v. Pace di Augusta del 1555), si affianca il calvinismo come religione riconosciuta ufficialmente

Postumi

  • Proseguono la guerra franco-spagnola e le rivolte in Catalogna e Portogallo
  • L’Inghilterra di Cromwell affianca la Francia
  • 1647 la Spagna deve fare fronte anche alle “crisi” di Palermo e di Napoli (quest’ultima molto grave)
  • 1652 La Spagna sottomette la Catalogna
  • 1659 Pace dei Pirenei
    • Alla Francia, Rossiglione e Artois
    • All’Inghilterra Dunkerque e Giamaica
  • 1668 Trattato di Lisbona: Portogallo indipendente

Annotazioni varie

Si deve rimarcare che:

  • le prime due fasi (ma in effetti anche la terza) arrisero alla coalizione cattolico – imperiale – asburgica (anche la Spagna in un secondo momento scese al fianco degli imperiali, per il comune legame dinastico e per la fede cattolica – oltre che per gli interessi geopolitici di Madrid);
  • al contrario le due fasi successive (decisamente l’ultima) videro un progressivo cambiamento delle sorti.

Cruciale è l’ingresso in guerra della Francia (monarchia cattolica guidata addirittura da un cardinale di Santa Romana Chiesa quale era Richelieu) a fianco della coalizione protestante fatta dai principi tedeschi luterani o calvinisti e dalla Svezia (la Danimarca era stata messa fuori gioco). Questo evento è importantissimo poiché segna il passaggio dalla preminenza dell’aspetto religioso a quella dell’aspetto politico. Ovvero: la Francia perseguì il proprio interesse nazionale e statale (la Raison d’Etat/Ragion di Stato) di vedere sconfitta la coalizione asburgica, da sempre sua nemica, infischiandosene dei legami religiosi! Questo intervento fu decisivo: il peso della forza militare ed economica della Francia fece pendere l’ago della bilancia dalla parte delle forze protestanti.

Celebre la vittoria terrestre a Rocroi (o Rocry), nel 1643, ove dopo oltre un secolo e mezzo di vittorie il temuto esercito spagnolo venne sconfitto. Finiva la preminenza della corona spagnola e iniziava la supremazia di quella di Parigi (si pensi poi a Luigi XIV ad esempio). Veniamo ai due trattati che conclusero la guerra: essi vennero siglati in due città diverse a Osnabrueck e a Muenster (ci vorrebbero i due puntini sulla “u” al posto della “e”).

Ancora sulle Paci di Vestfalia e le conseguenze

La “Pace di Vestfalia“, dunque segnò lo spartiacque, per tutta una serie di motivi:

  • Per la prima volta il Papa non ebbe alcun ruolo nelle negoziazioni (sintomo del superamento della centralità dell’elemento religioso e di una secolarizzazione delle relazioni tra Stati che da allora si è mossa sempre più sulla linea richelieuiana della sola Ragion di Stato).
  • Il Sacro Romano Impero della Nazione germanica sopravvive ma come involucro vuoto, nel quale l’Imperatore (Asburgo) non ha più alcun potere effettivo al di fuori dei propri domini personali i principi tedeschi divengono di fatto completamente indipendenti, tanto che da allora potranno anche dichiarare la guerra e fare la pace senza passare per l’Imperatore!

N.B. L’Impero sarebbe sopravvissuto a se stesso fino al 1806 quando Napoleone lo avrebbe mandato in soffitto dopo mille anni (era nato con Carlo Magno e rinato con Ottone di Sassonia!)

  • La Francia diviene la nuova grande potenza indiscussa del continente (è garante dei trattati, ha espanso i suoi confini, e presto proverà l’assalto all’egemonia europea, sia militarmente che culturalmente).
  • La Svezia acquisisce importanza nel Baltico e nel Nord Europa che divengono regioni pienamente integrate nel sistema europeo.
  • Nasce, come accennato all’inizio, il moderno sistema degli Stati che sono “SUPERIOREM NON RECOGNOSCENTES”, ovvero entità che non riconoscono alcuna altra entità superiore a sé (spazzato via il concetto imperiale di derivazione romana sopravvissuto in Europa per tutto il medioevo e ripreso anche da Carlo V). Da allora, infatti, si parla di SISTEMA VESTFALIANO DEGLI STATI che poi, tra XIX e XX secolo si è espanso dall’Europa a tutto il resto del mondo! Si può ben comprendere l’importanza di ciò.
  • L’Olanda ottiene l’indipendenza e presto diventerà una grande potenza commerciale e navale.
  • Il calvinismo viene riconosciuto a fianco del cattolicesimo e del luteranesimo come una confessione legittima all’interno dell’Impero (in pratica si ha un ampliamento della dettato della Pace di Augusta del 1555).

Da ultimo, la Francia e la Spagna continueranno a farsi la guerra fino al 1660 quando, con la Pace di Oliva, i nuovi rapporti di forza tra le due grandi contendenti degli ultimi 2 secoli sono ormai chiari: declino iberico e ascesa transalpina!

Tra gli Stati tedeschi, emergono 3 entità, tra le oltre 350 che componevano l’Impero: la Baviera, la Sassonia e soprattutto il Brandeburgo che successivamente sarebbe divenuto la Prussia, poi grande protagonista della Storia europea e dell’Unità germanica nella seconda metà del XIX secolo le cui conseguenze sono note a tutti!

Conclusioni

Si sono esaminati i passaggi importanti legati a quell’evento fondamentale che fu la Guerra dei 30 anni (sono stati risparmiati tutti i resoconti sulla distruzione che essa comporta specialmente in Germania, ma non solo; si pensi alla peste manzoniana).

Poi

La frammentazione tedesca verrà progressivamente ridotta nel corso del XVIII secolo con l’espansione della Prussia, troverà una certa semplificazione con il Congresso di Vienna dopo la marea rivoluzionaria e napoleonica (passaggio da oltre 300 stati a 39) e si concluderà nel secondo Ottocento per mano prussiana a scapito dell’Austria (prevale la soluzione piccolo-tedesca a danno di quella grande-tedesca) nel 1864 per compiersi poi definitivamente nel 1871 (18 gennaio a Versailles) dopo che le forze prussiane avranno sbaragliato l’ultimo grande oppositore all’unità germanica, la Francia (da sempre desiderosa di avere molte piccole Germanie piuttosto che una unica e forte Germania). Sedan avvenne il 2 settembre 1870.

Più che di nuove armi in quanto tali (continua l’evoluzione ed il perfezionamento delle armi da fuoco e la riduzione d’importanza delle armi bianche) si ha l’introduzione di nuove organizzazioni. Gli svedesi prima e i francesi poi ne furono grandi protagonisti e beneficiari.

[1] Al castello di Hradčany, noto anche come Pražský hrad (ovvero “Castello di Praga”), il 23 maggio 1618 alcuni rappresentanti dell’aristocrazia, galvanizzati dal Conte Thurn, catturarono due governatori imperiali, Jaroslav Martinitz e Wilhelm Slavata, e li lanciarono fuori dalle finestre del castello insieme a un loro segretario Philip Fabricius. Questi caddero morbidamente sui detriti del fossato del castello, Slavata svenne, ma nessuno di loro si ferì gravemente. Il Fabricius poco dopo fu nominato nobile dall’imperatore con il titolo di von Hohenfall (letteralmente caduto dall’alto). La sopravvivenza dei tre delegati imperiali fu vista, in ambienti cattolici, come una grazia divina e il segno che la lotta cattolica era più che approvata da Dio. [Da http://it.wikipedia.org/wiki/Defenestrazione_di_Praga_(1618)]

 

[2] NdR: divenuto imperatore nel 1619 dopo Rodolfo II (1576-1612) e Mattia (1612-1619), quest’ultimo zio di Ferdinando

[3] Anno riconosciuto discriminante dalla Pace di Augusta del 1555 per riconoscere i beni di pertinenza dei cattolici e dei protestanti.

[4] Nel 1621 era stata anche ripresa la Guerra di Olanda, il cui andamento inizialmente sembrò favorevole agli spagnoli che, nel 1625, fecero capitolare la grande piazzaforte di Breda in Olanda; benché nel 1628 gli olandesi carpirono agli spagnoli le navi con l’argento messicano, gli spagnoli continuarono le pressioni sugli olandesi ribelli.

[5] Nel 1628 era stato tolto ai protestanti francesi la loro importante piazzaforte de La Rochelle. Questo era sintomatica riaffermazione della monarchia francese.

[6] In Filippo IV di Spagna e nel suo ministro Olivares si nota un approccio alla politica europea che si era già osservato in Enrico IV di Francia (predecessore Enrico III, successore Luigi XIII + Mazzarino à Luigi XIV) e Richelieu.

[7] Nel 1637 era succeduto a Ferdinando II sul trono imperiale.

Attribuzione – Non commerciale – Non opere derivate 2.5 Italia (CC BY-NC-ND 2.5 IT)