La giocosa sperimentazione drammaturgica e giornalistica di una Nuova Romantica, ovvero Patrizia Palombi

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Molti di noi amano sperimentare, nella propria vita, nuove possibilità e percorsi, spesso al confine e in bilico tra ciò che si svolge per professione – il proprio lavoro , con cui ci si guadagna da vivere e con il quale, spesso, tante persone si identificano al punto quasi di far coincidere con esso la propria esistenza – e ciò che si svolge all’interno di altre attività non necessariamente professionali, nel senso che non sono ciò che ci permette di risolvere le problematiche economiche, ma neanche (miseramente, dal mio punto di vista) hobbistiche, termine (hobby) che, personalmente, mi ha sempre suscitato noia e nausea (come se la vita fosse solo una netta distinzione tra lavoro e hobby piuttosto che un continuum di attività, spesso per fortuna anche creative, tali da arricchire la personalità tutta e influenzare positivamente anche la tradizionale sfera lavorativa.)

La sperimentazione può abbracciare àmbiti più o meno ampi, ma è senz’altro promotrice di effetti benefici sulla vita tutta della persona che la intraprende.  Tutto ciò è, a mio avviso, anche valido per Patrizia Palombi.

Conosco Patrizia da poco più di cinque anni. Romana, proveniente come molti di noi da una famiglia di estrazione sociale semplice e popolare, è cresciuta in un clima educativo rigoroso dove il liceo classico ha lasciato impronte umanistiche rilevanti, completate in seguito con una laurea triennale in teologia. Nondimeno, Patrizia è anche moglie e madre nonché energica professionista di un prestigioso ente pubblico economico a base associativa.

Tuttavia, nella vita, Patrizia non si rassegna a svolgere le proprie attività, di pensiero e di azione, unicamente nell’ambito professionale ma avverte, certo da anni, necessità di sperimentare sé stessa in altri molteplici settori. Così, la Nostra, da quando la conosco non ha mai smesso di fare altro.

Cosa?

Chi la conosce abbastanza bene conosce pure di sicuro il suo pseudonimo di Scrittora, ovvero di scrittore al femminile, termine vezzoso con cui Patrizia vorrebbe fondamentalmente prendersi gioco – da, qui, la giocosità del titolo – delle tante ovvietà dei canoni, come il definirsi – lei, che anche scrive narrativa – scrittrice.  È questo un primo principio di provocatrice originalità che semmai fa il paio con la denominazione, della sua piccola/grande comunità culturale che aderisce amorevolmente attorno a lei, di Nuovi Romantici. Quest’ultimo è il termine che di recente ha dato anche il nome a una collana editoriale da lei diretta, insieme all’amica e collega Grazia Di Stefano, all’interno di una piccola casa editrice: The New Romantics.

Ce ne sarebbe già abbastanza per dire “Wow!”. Ma, ovviamente, non finisce qui.

Non finisce qui in quanto Patrizia ama saggiare le altrui attitudini, artistiche e culturali nel senso più lato del temine, per definirne i profili, cercando di mostrarne le peculiarità, anche all’interno di palinsesti radio-televisivi-internet: infatti collabora, settimanalmente da anni, con testate giornalistico-radiofoniche, procacciando talvolta nuovi talenti o anche semplicemente mettendo in luce passioni e affinità, sempre nell’ottica dei Nuovi Romantici.

Ma non sono poche anche le sue sperimentazioni nella drammaturgia, pur piccola, e nel teatro, in collaborazione spesso con professionisti del settore con i quali – e qui sta, nella mia opinione, la rilevanza del suo approccio – vige un perenne interscambio di linfa vitale, di umori culturali e sentimenti umani. In questo scenario, a mia memoria mi sento di citare Dante e le donne tra passato e presente, rappresentato a Roma e in altri centri del Lazio, un primo essenziale cortometraggio estratto da un suo racconto, nonché le pur piccole pièce tenute al teatro Academy di Roma e, di recente, alla Biblioteca del Parco della Pineta Sacchetti a Roma.

In tutti questi àmbiti, Patrizia Palombi diviene sperimentatrice di un’anima collettiva che – probabilmente in un modo che deve ancora trovare la piena forza e disciplina per conformare la primordiale materia caotica in un cosmo compiutamente ordinato –  scandaglia i temi che si agitano nel suo campo d’azione e di conoscenza, siano questi le famiglie allargate originatesi da sorprendenti genitori emigrati in terra d’Africa o forme d’intolleranza razziale o donne mai cresciute che hanno subìto violenze psicologiche o ancora donne viceversa bullizzate in età giovanili.

Si affiancano, alle pièce, l’organizzazione di eventi culturali, siano questi sfilate di moda multietnica o i classici reading poetici o la conduzione di presentazioni di libri. Tutti sono, in modo medesimo, una perfetta amalgama dei vari elementi messi in scena, amalgama tale da rammentare – a me – l’approccio di un grande e compianto giornalista RAI, quel Gianni Minà che sapeva condire le proprie conduzioni di spettacoli in base a una miscellanea di umanità e cultura, di empatia e profondità, di sensibilità e spettacolarità.

Così è Patrizia Palombi, giocosa sperimentatrice drammaturgica e giornalistica di un Nuovo Romanticismo.

[Fabio Sommella, 09 marzo 2024]

Medley musicale in sottofondo: ROMANTICA, di Renato Rascel, e GIOCHI D’ACQUA, di Fabio Sommella, quest’ultima nelle DUE VERSIONI, la prima STRUMENTALE (piccola orchestra), la seconda in un estratto per CHITARRA E VOCI (Fabio Sommella e Rosanna Sabatini). Tutti gli arrangiamenti orchestrali e l’esecuzione alla chitarra sono del proprietario di questo sito.

Attribuzione – Non commerciale – Non opere derivate 2.5 Italia (CC BY-NC-ND 2.5 IT)

ROMANTICA di Renato Rascel, ovvero una cara amica

Una delle primissime canzoni che rammento, su un disco a 45 giri particolarmente colorato, era ROMANTICA, musica di Renato Rascel, anche se i miei genitori lo avevano comperato nella versione canora di Tony Dallara. Questa, di recente, mi è tornata in mente, in relazione a vicende di questi anni e di quest’ultimo periodo.
Anni fa infatti rimasi benevolmente colpito quando, dopo uno dei periodi più tristi della mia vita, fui coinvolto da un gruppo di artisti che ruotavano attorno al carisma di una giovane donna piena di entusiasmo e iniziative. Siamo diventati subito amici, lasciandomi io coinvolgere dal vortice dei cosiddetti “Nuovi Romantici”, espressione coniata proprio da questa amica, diventata anche il marchio di una collana editoriale diretta da lei.
Qualche settimana fa, ricoverato io in seguito a un importante intervento chirurgico – tutto bene, grazie al cielo -, nelle ore di riposo e attesa di essere dimesso, ho recuperato nella testa quella musica della mia primissima infanzia: ROMANTICA, di Renato Rascel, che a mio avviso calza a pennello per questa cara amica. In una notte febbrile (!) rielaborai la struttura del brano, prendendo annotazioni sul telefonino. Appena possibile (ieri e oggi) mi sono divertito a trasformare il tutto, arrangiando quel brano per piccola orchestra.
Di seguito, un semplice video con il mio arrangiamento cesellato da alcune foto di Patrizia Palombi, e la partitura del mio arrangiamento della storica musica di Renato Rascel.
Dedico volentieri questo lavoro a questa cara amica!
[Fabio Sommella, 17 dicembre 2023]

2022, 30 aprile, ospite di Patrizia Palombi e Fabio Pollio al Teatro Trastevere

Teatro Trastevere, Roma, 30 aprile 2022.

Da sinistra a destra: Patrizia Palombi, Rosanna Sabatini, Fabio Sommella, Fabio Pollio, Simona Cavallari (seduta).

Giochi d’acqua è un brano composto da Fabio Sommella e fruibile in base alla seguente licenza:

Attribuzione – Non commerciale – Non opere derivate 2.5 Italia (CC BY-NC-ND 2.5 IT)

2020. Presentazione di MIX, il 3 ottobre 2020, al Vintage Loft di Patrizia Palombi e recensioni

Grazie a Patrizia Palombi  per la cortese ospitalità nel suo Vintage Loft, il 3 ottobre 2020, quando abbiamo presentato insieme il mio MIX. Grazie agli altri amici, citati di seguito, che hanno contribuito ad arricchire l’interpretazione cooperativa del mio libro.

 

Il booktrailer di MIX, realizzato insieme a Booksprint Edizioni. Grazie all’amico Massimo Moraldi che ha gentilmente concesso la sua voce per la lettura di alcuni estratti dal libro.

Rosanna Sabatini legge la recensione che la critica letteraria Cinzia Baldazzi ha scritto per la mia ERA, lirica presente nel libro.

Massimo Moraldi parla di MIX

Il commento di Cinzia Baldazzi

L’amore visto da lontano – Fabio Sommella e i versi di Era , di Cinzia Baldazzi

Ogni volta che mi trovo ad apprezzare una poesia emblematica di stagioni poetiche legate all’amore, subisco la tentazione di voler rintracciare nei versi una logica spazio-temporale esplicativa, del tipo: inizio, fine, pura utopia, intreccio ἔρως-θάνατος, e così via. Non dovrei farlo, ne sono cosciente, poiché mai – soprattutto nella lirica – il sistema generale di elaborazione di un contenuto letterario ha la necessità, tantomeno l’obbligo, di seguire un iter di segni-segnali di matrice strettamente causale, cioè spiegabile.

Dal libro di Fabio ho scelto un solo componimento, intitolato Era. Il registro stilistico si mostra sensibilissimo a un vitalismo appassionato, irruente, spontaneo, sebbene soave, lucido, assai analitico, cadenzato.

I destinatari della poesia sono due: l’interlocutrice a cui Fabio si rivolge, e noi lettori. A entrambi, Fabio fa intravedere un complesso tragico e romantico dell’eros, una tensione sospesa in grado di rivelare la bellezza estrema e specifica di una lacerazione, quella insita nel coniugare il verbo “essere” al tempo imperfetto indicativo. A lato, però, del presente, quando allude al «non pensarmi / ora», e a un futuro utopico, nel suo ignorare le scelte della donna.

I versi stabiliscono subito un rapporto saldo tra amore e natura:

come una bimba
tanto piccola
quasi, tu, fossi indifesa
e di baci ti coprivo il volto
– “viso di primavera” –  

Di cosa sta parlando il nostro poeta?

Era il tuo ricordo, indelebile
come una foto, l’ultima sera.

L’oggetto amoroso diventa attuale quanto più scaturisce da lontano e, mentre viene sfiorato, nello stesso momento passa, trascorre. L’amante sa bene come l’appagamento non possa avere una durata illimitata: allora, ecco l’autore intento a recuperare la condizione dell’amore, lo status sentimentale dell’ἔρως, per “agganciarlo” allo scopo di sanare il dolore, l’angoscia. In una simile ricerca, il desiderio erotico trova sublimazione in quello affettivo:

E pensavo a come
t’avessi dato troppo, portandoti ovunque con me
e t’avrei portata oltre,
parlandoti di tutto.

Dal punto di vista semiotico, è una “relazione in alto”, direbbe Umberto Eco, capace di prolungare il livello del funtore semantico complessivo, ovvero dell’elemento in grado di collegare i vari soggetti. Infatti, nella trama tanto articolata del brano affiora anche il tormento di un mondo impenetrabile, o di comunicazioni ineffabili, non riuscite o solo parzialmente:

Mentre tu
parlavi di ferite tue
di quando di senno uscivi
dopo i maltrattamenti – morali solo, spero –
senza pensar alle mie

Tuttavia, lo sconforto perde il proprio carattere umano, perché riesce a essere traslato in un’elegia amorosa mai rassegnata all’inutilità, alla sconfitta.

Il concetto dell’amore messo in luce da Era coincide con il compiersi di un destino in cui la natura conduce il poeta all’amata al di là del mutevole, del transitorio: «“Non voltarmi le spalle”», scrive Sommella riportando gli appelli della donna, «”Dove andrei senza di te”». Si identifica con un input così radicato da resistere al fluire temporale e all’abisso della tristezza:

Era la passione dei tuoi baci,
della dolce fragranza della tua intimità
a darmi la fiducia
e mi esortava a far programmi
di vita.

Il grande poeta bengalese Tagore, nel canto Dono d’amore, scriveva:

L’amore che provo è la mia vita, / che scorre veloce come il fiume / durante le piene dell’autunno, / che scivola in sereno abbandono.

Fabio Sommella, da parte sua, verifica con lucidità l’hic et nunc di un tale abbandono, perché consapevole di quanto non esista ritorno. Pertanto vorrei con voi volgere lo sguardo – in un giorno futuro, pur senza vederlo ancora – al mitico Oriente, dove il cielo risulta già chiaro, ma solo perché è l’antica greca Σελήνη, dei sogni concreti dell’anima, a risplendere incantata.

E, dal momento che partecipiamo tutti insieme a un convivio, concludo citando alcuni versi dell’VIII secolo d.C. L’autore è Li Bai, il poeta cinese più famoso in Occidente:

Mentre canto la luna vaga intorno, / mentre danzo la mia ombra si sparpaglia. / Da sobri stiamo lieti in compagnia, / ebbri, ciascuno va per la sua strada. / Legati da amicizia spassionata, / c’incontreremo nuovamente in cielo.

Io dico, prima di tutto, il cielo della poesia.

La recensione di Rosanna Sabatini

MIX di Fabio Sommella

Oggi ho terminato la rilettura del libro di Fabio Sommella, intitolato “Mix – Opera mista di narrativa, saggistica e letteraria”, edito da Book Sprint edizioni.

Sono stata piacevolmente sorpresa dall’accostamento di generi diversi che, a mio parere, sono stati bene amalgamati tra di loro.

L’autore ha riservato la maggior parte del libro a racconti brevi, il resto a una raccolta di dieci poesie e un breve saggio sul romanzo “Berta Isla” di Javier Marìas.

Per quanto concerne i racconti, c’è un personaggio onnipresente, di nome Federico, che rappresenta un alter ego dell’autore, perché a lui affida i sentimenti dell’amore per la moglie che ha perduto e per altre donne che, dopo la morte della moglie, hanno attraversato come “meteore” la sua vita, lasciandolo ogni volta da solo e pronto a innamorarsi di nuovo. Federico non può proprio vivere senza amare una donna e ha il difetto di innamorarsi troppo in fretta, come gli rimprovera un amico; in uno dei racconti, Federico non ce la fa più a sopportare il dolore e l’abbandono e pone fine alla sua vita. Negli altri reagisce all’abbandono con un nuovo innamoramento alla perenne ricerca della donna da amare e dalla quale essere riamato.

Tutti i racconti sono scritti in un linguaggio scorrevole e moderno con un ritmo che avvince e trame che convincono.

Per quanto concerne la breve raccolta di poesie, ancora una volta predomina il tema dell’innamoramento, di quella tipologia che fa pensare ai tempi del liceo, come se l’autore non fosse mai diventato veramente adulto, e che contrasta con le poesie in cui predomina il dolore a volte quasi come se fosse un sottofondo musicale. In particolare, mi riferisco alla poesia intitolata “Era” che chiude la raccolta.; ma la musica è il leit- motiv di tutta l’opera.

Il libro si conclude con il saggio sul romanzo di Marìas che comprende anche suggerimenti per come trasformare il saggio stesso in un altro più completo; interessanti i temi evidenziati dall’autore e, in particolare, l’accostamento al mito di Ulisse, poiché il personaggio femminile che dà il titolo al romanzo, Berta Isla, è assimilato a quello di Penelope e come il personaggio omerico aspetta anni a Madrid il ritorno del suo uomo (Thomàs detto “Tom” Nevinson) che fa la spola tra la Spagna franchista e vari paesi del mondo, lasciandola, come scrive l’autore, a “barcamenarsi fra dubbi, disperazioni, minacce di terzi, seduzioni avvertite e commesse”. Berta Isla è un personaggio che può rappresentare ancora oggi la maggior parte dell’universo femminile, perché la vita di noi donne è difficile. Grazie, Fabio Sommella, per aver scritto sul romanzo di Marìas che leggerò con piacere.

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In sottofondo(just one time) la mia Milonga.

Attribuzione – Non commerciale – Non opere derivate 2.5 Italia (CC BY-NC-ND 2.5 IT)

2019. Interviste di Patrizia Palombi a Fabio Sommella presso Van Gogh Cafè di Luca Bedini

Al Van Gogh Cafè, di Luca Bedini, a Roma, all’interno del format Non è più domenica, l’amica e scrittrice Patrizia PalombiScrittora, che ringrazio ancora- conduce una sua rubrica culturale. Qualche volta, con mio piacere, sono stato suo ospite nella trasmissione.

Qui sopra, il 1 aprile 2019, attorno a Umberto Eco, autore da me trattato in Passaggi molteplici nel romanzo postmoderno: Bianciardi, Calvino, DeLillo, Eco.

Qui sotto, in tre brevi video, su Il Cambio della guardia e su di me.

 

Attribuzione – Non commerciale – Non opere derivate 2.5 Italia (CC BY-NC-ND 2.5 IT)

2019. Musica dal vivo al Pincetto, Roma. Maggio 2019

Nel maggio 2019, al Pincetto (Roma), in occasione della presentazione di un libro dell’amica Patrizia Palombi, tra un intervento e l’altro, con altri amici si è suonato e cantato.

12 maggio 2019, Pincetto, Roma.

In sottofondo, una versione solo strumentale per chitarra della mia Quei mondi d’amore.

Attribuzione – Non commerciale – Non opere derivate 2.5 Italia (CC BY-NC-ND 2.5 IT)