2020. Presentazione di MIX, il 3 ottobre 2020, al Vintage Loft di Patrizia Palombi e recensioni

Grazie a Patrizia Palombi  per la cortese ospitalità nel suo Vintage Loft, il 3 ottobre 2020, quando abbiamo presentato insieme il mio MIX. Grazie agli altri amici, citati di seguito, che hanno contribuito ad arricchire l’interpretazione cooperativa del mio libro.

 

Il booktrailer di MIX, realizzato insieme a Booksprint Edizioni. Grazie all’amico Massimo Moraldi che ha gentilmente concesso la sua voce per la lettura di alcuni estratti dal libro.

Rosanna Sabatini legge la recensione che la critica letteraria Cinzia Baldazzi ha scritto per la mia ERA, lirica presente nel libro.

Massimo Moraldi parla di MIX

Il commento di Cinzia Baldazzi

L’amore visto da lontano – Fabio Sommella e i versi di Era , di Cinzia Baldazzi

Ogni volta che mi trovo ad apprezzare una poesia emblematica di stagioni poetiche legate all’amore, subisco la tentazione di voler rintracciare nei versi una logica spazio-temporale esplicativa, del tipo: inizio, fine, pura utopia, intreccio ἔρως-θάνατος, e così via. Non dovrei farlo, ne sono cosciente, poiché mai – soprattutto nella lirica – il sistema generale di elaborazione di un contenuto letterario ha la necessità, tantomeno l’obbligo, di seguire un iter di segni-segnali di matrice strettamente causale, cioè spiegabile.

Dal libro di Fabio ho scelto un solo componimento, intitolato Era. Il registro stilistico si mostra sensibilissimo a un vitalismo appassionato, irruente, spontaneo, sebbene soave, lucido, assai analitico, cadenzato.

I destinatari della poesia sono due: l’interlocutrice a cui Fabio si rivolge, e noi lettori. A entrambi, Fabio fa intravedere un complesso tragico e romantico dell’eros, una tensione sospesa in grado di rivelare la bellezza estrema e specifica di una lacerazione, quella insita nel coniugare il verbo “essere” al tempo imperfetto indicativo. A lato, però, del presente, quando allude al «non pensarmi / ora», e a un futuro utopico, nel suo ignorare le scelte della donna.

I versi stabiliscono subito un rapporto saldo tra amore e natura:

come una bimba
tanto piccola
quasi, tu, fossi indifesa
e di baci ti coprivo il volto
– “viso di primavera” –  

Di cosa sta parlando il nostro poeta?

Era il tuo ricordo, indelebile
come una foto, l’ultima sera.

L’oggetto amoroso diventa attuale quanto più scaturisce da lontano e, mentre viene sfiorato, nello stesso momento passa, trascorre. L’amante sa bene come l’appagamento non possa avere una durata illimitata: allora, ecco l’autore intento a recuperare la condizione dell’amore, lo status sentimentale dell’ἔρως, per “agganciarlo” allo scopo di sanare il dolore, l’angoscia. In una simile ricerca, il desiderio erotico trova sublimazione in quello affettivo:

E pensavo a come
t’avessi dato troppo, portandoti ovunque con me
e t’avrei portata oltre,
parlandoti di tutto.

Dal punto di vista semiotico, è una “relazione in alto”, direbbe Umberto Eco, capace di prolungare il livello del funtore semantico complessivo, ovvero dell’elemento in grado di collegare i vari soggetti. Infatti, nella trama tanto articolata del brano affiora anche il tormento di un mondo impenetrabile, o di comunicazioni ineffabili, non riuscite o solo parzialmente:

Mentre tu
parlavi di ferite tue
di quando di senno uscivi
dopo i maltrattamenti – morali solo, spero –
senza pensar alle mie

Tuttavia, lo sconforto perde il proprio carattere umano, perché riesce a essere traslato in un’elegia amorosa mai rassegnata all’inutilità, alla sconfitta.

Il concetto dell’amore messo in luce da Era coincide con il compiersi di un destino in cui la natura conduce il poeta all’amata al di là del mutevole, del transitorio: «“Non voltarmi le spalle”», scrive Sommella riportando gli appelli della donna, «”Dove andrei senza di te”». Si identifica con un input così radicato da resistere al fluire temporale e all’abisso della tristezza:

Era la passione dei tuoi baci,
della dolce fragranza della tua intimità
a darmi la fiducia
e mi esortava a far programmi
di vita.

Il grande poeta bengalese Tagore, nel canto Dono d’amore, scriveva:

L’amore che provo è la mia vita, / che scorre veloce come il fiume / durante le piene dell’autunno, / che scivola in sereno abbandono.

Fabio Sommella, da parte sua, verifica con lucidità l’hic et nunc di un tale abbandono, perché consapevole di quanto non esista ritorno. Pertanto vorrei con voi volgere lo sguardo – in un giorno futuro, pur senza vederlo ancora – al mitico Oriente, dove il cielo risulta già chiaro, ma solo perché è l’antica greca Σελήνη, dei sogni concreti dell’anima, a risplendere incantata.

E, dal momento che partecipiamo tutti insieme a un convivio, concludo citando alcuni versi dell’VIII secolo d.C. L’autore è Li Bai, il poeta cinese più famoso in Occidente:

Mentre canto la luna vaga intorno, / mentre danzo la mia ombra si sparpaglia. / Da sobri stiamo lieti in compagnia, / ebbri, ciascuno va per la sua strada. / Legati da amicizia spassionata, / c’incontreremo nuovamente in cielo.

Io dico, prima di tutto, il cielo della poesia.

La recensione di Rosanna Sabatini

MIX di Fabio Sommella

Oggi ho terminato la rilettura del libro di Fabio Sommella, intitolato “Mix – Opera mista di narrativa, saggistica e letteraria”, edito da Book Sprint edizioni.

Sono stata piacevolmente sorpresa dall’accostamento di generi diversi che, a mio parere, sono stati bene amalgamati tra di loro.

L’autore ha riservato la maggior parte del libro a racconti brevi, il resto a una raccolta di dieci poesie e un breve saggio sul romanzo “Berta Isla” di Javier Marìas.

Per quanto concerne i racconti, c’è un personaggio onnipresente, di nome Federico, che rappresenta un alter ego dell’autore, perché a lui affida i sentimenti dell’amore per la moglie che ha perduto e per altre donne che, dopo la morte della moglie, hanno attraversato come “meteore” la sua vita, lasciandolo ogni volta da solo e pronto a innamorarsi di nuovo. Federico non può proprio vivere senza amare una donna e ha il difetto di innamorarsi troppo in fretta, come gli rimprovera un amico; in uno dei racconti, Federico non ce la fa più a sopportare il dolore e l’abbandono e pone fine alla sua vita. Negli altri reagisce all’abbandono con un nuovo innamoramento alla perenne ricerca della donna da amare e dalla quale essere riamato.

Tutti i racconti sono scritti in un linguaggio scorrevole e moderno con un ritmo che avvince e trame che convincono.

Per quanto concerne la breve raccolta di poesie, ancora una volta predomina il tema dell’innamoramento, di quella tipologia che fa pensare ai tempi del liceo, come se l’autore non fosse mai diventato veramente adulto, e che contrasta con le poesie in cui predomina il dolore a volte quasi come se fosse un sottofondo musicale. In particolare, mi riferisco alla poesia intitolata “Era” che chiude la raccolta.; ma la musica è il leit- motiv di tutta l’opera.

Il libro si conclude con il saggio sul romanzo di Marìas che comprende anche suggerimenti per come trasformare il saggio stesso in un altro più completo; interessanti i temi evidenziati dall’autore e, in particolare, l’accostamento al mito di Ulisse, poiché il personaggio femminile che dà il titolo al romanzo, Berta Isla, è assimilato a quello di Penelope e come il personaggio omerico aspetta anni a Madrid il ritorno del suo uomo (Thomàs detto “Tom” Nevinson) che fa la spola tra la Spagna franchista e vari paesi del mondo, lasciandola, come scrive l’autore, a “barcamenarsi fra dubbi, disperazioni, minacce di terzi, seduzioni avvertite e commesse”. Berta Isla è un personaggio che può rappresentare ancora oggi la maggior parte dell’universo femminile, perché la vita di noi donne è difficile. Grazie, Fabio Sommella, per aver scritto sul romanzo di Marìas che leggerò con piacere.

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In sottofondo(just one time) la mia Milonga.

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