Gary&Grace

«Ma questa formica, cosa ne sa di noi?», domandò Federico. Il vento soffiava leggero – lui – nello splendido resort dell’Elba. Accarezzava la vegetazione, recando con sé effluvi di salsedine ed essenze aromatiche. Esmeralda alzò gli occhi. Erano neanche troppo strabuzzati. Praticamente privi di stupore. Come solo una donna seducente – che l’uomo desidera ardentemente – riesce a non ostentare dinanzi a una frase così inutile ed egocentrica. In quanto, ella, sa moderarsi, con quell’uomo così egocentrico. Mantenendo – la donna – il giusto sobrio equilibrio. Senza battere ciglio. Sapendo che l’eccentricità – di quell’uomo – è, anche, figlia della frustrazione che lei gli ha inoculato. Sapientemente.

Tornarono a Roma anzitempo. Federico con il rammarico di non aver concluso nulla, stavolta, con Esmeralda. Dopo le intimità genitali comunque avute. Tempo addietro. Comodamente sdraiati sul divano. A casa di lei.

Ma in vacanza, no.

Vacanza prenotata mesi prima.

C’era da ridere!

Lo sceriffo Gary si era lasciato irretire da quei banditi.

Che tuttavia, poi, riuscì ad arrestare. Si: a mandare in prigione.

Quando?

Nel momento in cui Federico riprese i rapporti con Aurora.

Perché, effettivamente, quella era stata un’estate gaia e intensa, per Federico.

Certamente anche intricata.

Poco prima, infatti, aveva discusso la tesi di laurea. Poi aveva conosciuto Aurora.

Conosciuta dopo. Cioè successivamente alla prenotazione della vacanza con Esmeralda.

Certo, aveva anche conosciuto Marina, ma… questa sarebbe stata un’altra storia.

Dolcissima, Aurora.

Poteva, con lei, esser come lui effettivamente era.

Senza remore, resistenze o finzioni.

E non come con Esmeralda. Con la quale un rapporto di alti e bassi – di avvicinamenti e allontanamenti – si trascinava da anni. Parallelamente a… sesso e altri accidenti. Che c’erano stati.

E siccome Federico – di suo – mai era stato un campione di leggerezza, quanto piuttosto un campione di controllo, gli succedeva che aveva queste due storie parallele: quella pesante con Esmeralda, quella leggera con Aurora.

Finché Gary – appunto – non era riuscito a mandare in prigione i quattro banditi. Il cui capo, comunque, aveva giurato di fargliela pagare. Perché Gary aveva mandato in prigione i quattro banditi inaspettatamente.

Fu quando Federico aveva iniziato a vivere nella leggerezza. Insieme ad Aurora. Non cercando più Esmeralda.

I banditi stavano in prigione. Avevano perso la libertà. E Federico il suo egocentrismo. La sua pesantezza. Il suo controllo.

In pratica non si chiese più «Ma questa formica, cosa ne sa di noi?» Perché Federico, con Aurora, non aveva più bisogno di controllo. DI sapere chi sapesse e chi non sapesse.

Gary aveva adesso la sua Grace!

Ora accadde che, un giorno, i banditi uscirono di prigione. Cercando Gary. Per fargliela pagare.

Era inizio autunno. Esmeralda telefonò a Federico. «Dai vediamoci. Ti aspetto alle quattro a Cinecittà»

Neanche avessero dovuto girare un film. Si: un remake nostrano di Mezzogiorno di fuoco.

Federico ne parlò ad Aurora. Che se la prese. Ci rimase male. Perché lei – Aurora – aveva timore. Così Grace si accinse a lasciare Gary. A partire col treno. Ma Federico poi spiegò ad Aurora che non doveva temere. Che lei era la sua Grace. E che – lei – avrebbe salvato – lui – nella sparatoria.

Infatti Grace non salì su quel treno e la storia andò come è noto.

E Federico non andò a girare alcun film, alle quattro a Cinecittà.

Altri venti soffiarono leggeri – adesso e in seguito, come pure, da adesso, anche Federico – in altri splendidi resort. Accarezzando altre vegetazioni. Recando con loro altri effluvi.

Fino a quando… ma no: anche questa sarebbe – ancora – un’altra storia.

E, comunque, il capo dei banditi morì. Pur essendo uscito di prigione.

Morì nell’ultimo estremo duello.

Quello contro Gary&Grace. 😊

FINE

Fabio Sommella, 10 ottobre 2018

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