Psicologia sociale e vita: appunti dell’ultima intervista a Erich Fromm

Premessa

Anche in questi giorni del 2022, come già quando ho raccolto questi appunti nel luglio 2015, in cui tragedie nonché stucchevoli e misere celebrazioni di effimero potere occupano – in molti luoghi del mondo – le cronache dei media, forse può fare piacere (a me ha rasserenato) riflettere, pur molto sommariamente,  sui temi del pensiero di uno degli indubbiamente maggiori Maestri del’900, temi raccolti nel corso della citata intervista, probabilmente l’ultima della sua vita.

NB: naturalmente sono responsabile di ogni eventuale imprecisione o errore interpretativo della magnifica intervista!

[Fabio Sommella, 03 novembre 2022]

Erich Fromm

Appunti dall’intervista

Erich Fromm, nato nel 1900 e morto nel 1980, era divenuto psicanalista nel 1925 perché era figlio di una famiglia nevrotica e avvertiva, egli stesso, di avere vari problemi. Non si considerava un filosofo, non si sentiva uno specialista in molti campi; bensì una persona che aveva maturato delle conoscenze, anche imperfette e incomplete, ma in modo  tale che solo la “combinazione di tutti questi fattori …”

Magnifiche, nell’intervista, le sue pause, prolungate, prima di iniziare a rispondere. Mi piace pensare che queste (personalmente ne sono persuaso!) non dipendessero solamente dall’attesa per la traduzione in tedesco, di quanto formulato dal giornalista italiano; bensì rispecchiassero il suo stile  di vita, lo stile di chi ascolta e pondera prima di fornire una risposta, evitando la fretta; così, come la dolcezza profonda del suo sguardo, rispecchiavano il Nathan che Egli era, prima ancora d’essere un Maestro di pensiero. Solo in un’occasione, nel corso dell’intervista, Fromm interrompe deliberatamente il giornalista: ciò avviene quando quest’ultimo rievoca una tragica vicenda della giovinezza di Fromm, pertinente al suicidio di una giovane donna. In un’altra occasione, quando si parla di affetti personali, si vede Fromm che “corre”, con la propria mano (come per “soccorso”), ad afferrare quasi (ma poi rinuncia) la tazza (di pregevole fattura) di tè, o altra bevanda, che egli sorseggiava, di tanto in tanto, durante l’intervista.

Fromm consigliava di leggere Il matriarcato, di Bachofen, testimonianza, negata dalla cultura a lui contemporanea, di un’epoca e un luogo in cui avesse socialmente dominato la donna; ma non la donna “mascolinizzata”, come quella della sua (nonché attuale) contemporaneità, bensì la donna pienamente “femminile”. [NdR: anche l’antropologia culturale, dei primi decenni del 2000, decisamente nega l’esistenza, effettiva e reale, di fasi storiche dominate dal matriarcato, questo inteso nell’accezione di Bachofen e Fromm. Penso valga la pena cercare di leggere l’opera citata di Bachofen, al fine di verificare la veridicità, o fallacia, delle sue teorie!]

L’Umanesimo Socialista, di Erich Fromm, ha l’obiettivo dello sviluppo ottimale  dell’uomo e della sua libertà. Fromm afferma che l’URSS, del suo tempo, fosse enormemente distante dal genuino pensiero di Marx e che, quest’ultimo, fosse stato di fatto bandito dalla società sovietica.

Fromm non reputava essenziale “seguire una religione” quanto, piuttosto, “vivere religiosamente”. Se avesse dovuto dire quale fosse la sua religione, avrebbe indicato il Buddismo: ma erano comunque troppe le differenze  culturali.

Se avesse dovuto indicare delle letture, avrebbe consigliato la Bibbia, Marx, Tommaso D’Aquino.

Egli non si ritenne mai un uomo che avesse attuato un effettivo impegno politico: riteneva di non averne le capacità, sentendosi e definendosi un teorico; ciò a parte le attività pacifiste o i temporanei appoggi ai movimenti per il disarmo nucleare.

Le distanze prese, nel tempo, dai suoi colleghi docenti della storica Scuola di Francoforte (Horkeimer e l’involuzione borghese, da Fromm indicata; Marcuse e il suo aspirato ritorno alla dimensione infantile, piuttosto che la crescita indicata da Fromm; anche Adorno, in qualche misura), sono testimonianza delle divergenze intercorse e avvenute nel loro pensiero, malgrado le vicinanze nei primi anni ’30, prima dell’avvento del nazismo.

Fromm si emoziona alla domanda su Freud, per il legame che lo legava all’anziano maestro: ma risponde che l’uomo di Freud è “un uomo senza amore” e che solo nell’ultima fase del suo pensiero, con la polarità di amore e morte, Freud  modifica la sua concezione.

Fromm giudica Groddeck il maggior psicanalista dopo Freud: di Groddeck ammirava la praticità, l’originalità, l’eleganza e gentilezza dello stile e del pensiero.

La malattia dell’uomo moderno, nonché della moderna società capitalistica, è considerare il profitto (economico/finanziario) il giusto metro del comportamento razionale. Fromm racconta (ma ciò è anche scritto in vari suoi testi) che, fin da bambino, pur essendo figlio di ebrei commercianti (da varie generazioni, molti rabbini), si chiedesse come potessero, tanti uomini, considerare la loro unica finalità, nella vita, quella di guadagnare denaro, guadagnarne il più possibile. Egli, fin da giovane, aveva dedicato la mattina di ogni giorno ad attività creative, non lucrative [Lo so: qualcuno dirà “problemi da ricchi!”]; la psicanalisi coi pazienti la svolgeva nelle ore pomeridiane. A riguardo, in tal senso, compie una profonda considerazione critica sui manager delle moderne aziende.

Infine, suscitando indubbia ilarità, racconta che un suo anziano parente (un nonno, mi pare fosse), persona estremamente colta, leggesse continuamente libri nella sua bottega di commerciante a Monaco di baviera; le letture per il suo anziano parente erano talmente importanti che, quando qualche avventore entrava nel suo negozio, questi lo trattasse male perché si sentiva interrotto nei suoi studi e che pertanto, in modo estremamente seccato, domandasse “Ma non avete un altro negozio in cui andare?”.

Le domande fondamentali, di Erich Fromm [e qui, esulando dall’intervista, mi riferisco a quanto presente in vari suoi testi], erano quale fosse il senso della vita e cosa ne faremmo, delle nostre vite, se non ci fossero problemi sociali ed economici!

[Fabio Sommella, Luglio 2015]

Da http://www.uninettunouniversity.net/it/cyberspazioforumnew.aspx?g=posts&m=51190#post51190

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