Questo virus… un pensiero!

Nella condizione in cui stiamo “vivendo” – in fin di vita, malati, alienati, ansiosi, sospettosi, in palese difficoltà, dubbiosi, esposti, malamente speranzosi, nevrotici…  –  in queste settimane di crescente epidemia da coronavirus, si avverte – credo (perlomeno ciò accade a me) – sempre più l’ingombro della “propria biologia”, del proprio equipaggiamento biofisico. Quest’ultimo non é più veicolo di vita e di comunicazione – in tutte le accezioni, certo fisiche ma anche psicologiche e financo astratte – bensì diviene zavorra, appunto ingombro più che opportunità, come ordinariamente siamo abituati a pensare. Si tratta di una zavorra labile, fragile, misconosciuta, temuta – la cui conoscenza, per formazione e ancor più adesso,  demandiamo a quegli addetti ai lavori denominati medici – attaccabile da agenti patogeni. Così l’insostenibile leggerezza dell’essere, quella alla Milan Kundera – per intenderci un modo di sentire “matrigno” lo stesso esistere, in un’accezione molto simile a quella leopardiana – diviene davvero totalmente insostenibile. Vero è che non possiamo fare a meno di percepire la nostra debolezza – la nostra pochezza – contro tutte le presunte ostinate pretese certezze da noi propagandate nell’ordinarietà dell’esistenza ritenuta “normale”. Un bagno di umiltà molto utile alla maggior parte di noi la cui coscienza potrebbe aprirci alla grandezza: l’incommensurabilmente piccolo, qual noi siamo, versus l’incommensurabilmente grande, misterioso, casuale e incontrollabile dell’esistere. Un augurio per tutti noi.

[Fabio, 11 marzo 2020]

Attribuzione – Non commerciale – Non opere derivate 2.5 Italia (CC BY-NC-ND 2.5 IT)

 

Coscienza

Questa labile coscienza
– che non so se
qualche forma d’anima rifletta –
mi porta a dire ognor
– nel mio pensier –
ti amo!

[Fabio, 21 maggio 2019]

Attribuzione – Non commerciale – Non opere derivate 2.5 Italia (CC BY-NC-ND 2.5 IT)

Musica

Sono un uomo di pensiero piuttosto che d’azione. Prediligo le attività “compositive” a quelle “performative“. Da ragazzo volli imparare a suonare la chitarra perché era l’attività d’azione più vicina a quelle di pensiero in grado di supportarmi nelle feste giovanili, gite e uscite varie. Era quello il tempo in cui la chitarra diveniva anche un’estensione delle mie braccia e della mia mente.  Più maturo la chitarra mi condusse alla composizione musicale con matita e carta pentagrammata, dapprima ancora per chitarra sola, poi per strumenti vari tramite interfacce elettroniche, software di notazione musicale, librerie di timbri strumentali. Con le orchestrazioni e con gli arrangiamenti virtuali tornai infine di nuovo al pensiero puro, ciò malgrado – in tutto quanto mi occupo – io sia favorevole alle contaminazioni intellettuali e culturali piuttosto che ai purismi.

[Fabio Sommella, lunedì 6 maggio 2024]

 

LITANIE BACHICHE (Improvvisazione su uno schema armonico di J. S. Bach)

registrazioni audio musicali, performance con strumenti acustici

registrazioni video musicali, performance con strumenti acustici

partiture, composizioni

brani sintetizzati, suonati con strumenti o orchestre virtuali

Farewell’s Song, questa misteriosa composizione

Studio della peculiare modulazione armonica di Cu’mme, composta da Enzo Gragnaniello

Attribuzione – Non commerciale – Non opere derivate 2.5 Italia (CC BY-NC-ND 2.5 IT)