Sui film d’azione

Non ho mai amato troppo il cinema d’azione. Sì: il genere avventuroso, spettacolare e quant’altro di simile. Ho sempre prediletto – alla Moretti, direi – il cinema d’idee, d’atmosfere, introspettivo.
Ma anche nella pletora di registi di film d’azione – più o meno recenti – nel bene figurano alcuni che, all’interno di quel genere, sanno o hanno saputo sapientemente ritagliare spazi introspettivi, intimistici, profondi. Due per tutti – tralasciando coloro che ricevono molti riconoscimenti e si ostinano a far solo ed esclusivamente quel genere e a non parlare mai d’altro, anche disponendo degli spazi – sono: Michael Mann fra gli stranieri; un altro è stato il nostro Damiano Damiani. Sono questi due,registi che hanno o hanno avuto una “loro propria e originale voce”.
Il primo – Mann – anche in film eminentemente d’azione o epici, come Heat – La sfida, Collateral o L’ultimo dei mohicani, riesce a creare spazi di riflessione, allargandoli sapientemente, toccando vette poetiche non ordinarie; esempi: il dialogo fra i personaggi di De Niro e Al Pacino in Heat…; l’epica e intensa sequenza finale, sull’orlo del baratro, ne … i Mohicani; l’intimismo misterico/poetico in sequenze di Collateral.
Damiano Damiani è stato invece, a mio avviso, uno dei pochissimi autori in grado di realizzare film sulla malavita organizzata, sulla mafia, senza annoiare mai, senza mai cadere nella retorica, nelle ovvietà. Pizza Connection, Un uomo d’onore, La piovra 1 restano rari esempi di come si debbano realizzare lungometraggi o fiction d’azione e spettacolari, “d’avventura”, senza mai eccedere nel fine a se stesso bensì accelerando quando si deve, rallentando quando è sentito, ampliando gli spazi del sociale, politico, poetico, intimista in modo convincente, avvincente, concertato fra tutti gli ingredienti del raccontare filmico. Damiani, tra le altre opere, è stato anche autore de La rimpatriata, 1963, e de L’inchiesta, 1986; questi, nei loro differenti generi, sono autentici capolavori.
Senza nominarli, altri registi, nel genere film d’azione/spettacolare, hanno un’unica omogenea e uniforme monotona voce, priva di qualsiasi originallità.

[Fabio Sommella, 12 marzo 2019]

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