Attorno al tessuto poetico-musicale de La cura di Franco Battiato

Parafrasando e riadattando, io, LA CURA di Franco Battiato: per la serie variazioni – personali – sul tema

Perché si, amore mio, non son stato purtroppo in grado – non son stato capace – di proteggerti, innanzitutto da Te stessa. Non son stato capace di proteggerti dalle paure delle tue ipocondrie, dai turbamenti che da un tempo primordiale avevi appreso a incontrare nei tuoi percorsi; dalle profonde ingiustizie, che ti avevano inculcato, e dagli inganni del tempo, dai ritenuti fallimenti mentre erano solo sperimentazioni della tua vita.

In grado non son stato di sollevarti dai tuoi dolori e da quei tuoi sbalzi di umore, dalle ossessioni delle tue manie, né di superare le fantasmatiche correnti gravitazionali; così ho lasciato che lo spazio e la luce non ti facessero invecchiare ma purtroppo ammalare, senza speranze, se non temporanee e illusorie, di guarigione.

Era vero, che eri un essere speciale … e non son riuscito ad aver cura di Te, salvandoti da te medesima.

Avrei desiderato portarti il silenzio e la pazienza, forse talvolta riuscendoci, silenzio e pazienza che volevano esser fiducia e autostima, pensando, io, di giungere davvero all’essenza, attraverso le nostre vie. E i tuoi capelli – ah, i tuoi capelli – davvero li ho tessuti come trame di un canto, un canto sempre dedicatoti, composto per Te, sempre.

Perché credevo – ne ero persuaso – di avere intuito le Leggi del Mondo, e volevo fartene dono, superando ogni corrente insieme a Te, per vincere gli insulti del tempo, della Natura e degli uomini.

E non ti ho salvato dalla malinconia del male, pur se eri un essere davvero speciale!

[11 dicembre 2016]

Considerazioni musicali

Su un tappeto, relativamente semplice, di passaggi armonici s’innesta una linea melodica elucubrativa, animistica, evocativa, costituita di molteplici echi e sonorità nonchè di moti sovente ascensionali che s’acquetano con la struggente porzione lirica “avrò cura di te”; di spazi tanto universali – cosmici? – quanto personali. Anche qui, come già nella precedente Summer on a solitary beach – oltre dieci anni prima, solo due accordi, Primo grado, o Fondamentale, e Relativa minore – vige una musica embrionale/fetale. Così l’autore, poeticamente e musicalmente, cede il passo a corde e registri dell’Anima del Mondo.

😊

[Marzo 2018]