Attorno al profilmico

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Tutti questi hanno contribuito in qualche modo a definire quella serie di aree tecniche che venivano a costituire quella realtà denominata la realtà profilmica, o il profilmico, ovvero l’insieme  di quanto è davanti alla macchina da presa: luci, attori, personaggi, colori, … ciò che, successivamente, sarà chiamata la scenografia.

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Gli elementi profilmici si rapportano all’inquadratura nei termini di ciò, o che cosa, viene ripreso. Essi, come già specificato, trovano il loro riscontro  nella scenografia, nelle architetture, nei paesaggi. Viceversa gli elementi propriamente filmici si rapportano all’inquadratura nei termini del come viene ripreso ciò che, effettivamente, viene ripreso; si connettono all’inquadratura nei termini del come viene usato il profilmico, ovvero come, gli obiettivi della mdp, riprendono e catturano la porzione di realtà.

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[Nota 39]

Oltre a vedersi quanto detto, in una nota precedente relativa al fotogramma, specificamente al profilmico, ovvero esso essere “tutto ciò che il regista ha deciso di ritagliare della parte di realtà che ha davanti”, anche il suo rapporto antitetico o dialettico con il fuori campo; Di Marino, ancora, evidenzia che “Ogni fotogramma contiene quindi entro i suoi bordi tutto ciò che il regista ha deciso di ritagliare della parte di realtà che ha davanti, il cosiddetto profilmico. Tutto il resto diventa conseguentemente fuori campo e può essere documentato da una fotografia di scena.”. [Op.cit.]

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[Estratto da  Linguaggio e lettura di un film – Dalla grammatica ai significati, verso il transdisciplinare, di Fabio Sommella, 2016-2017, Inedito]