Analisi teorico/critica della mia lirica Trasfigurazione

Sommario

Premessa

Trasfigurazione

Analisi teorico/critica

Criteri

Parole cardine ed Elementi caratteristici

Lettura esegetica

Conclusioni

 

Premessa

Non capita mai – in genere, ovviamente, si svolge analisi critica di testi altrui – ma talvolta ci si chiede cosa si sia voluto esprimere con un proprio scritto di epoca più o meno recente.  Pertanto, sulla scorta di solidi approcci, formulati da grandi artisti o autori, tento qui di esaminare un mio componimento.

Perché?

Perché, tale testo, lo avverto vivo e importante, tale da toccarmi nel profondo, oggi come ieri, forse più di ieri, al di là del tempo. Il componimento in questione è la lirica Trasfigurazione[1], scritta il 14 gennaio 2008 per mia moglie. Di seguito il breve testo e poi il lungo – non brevissimo – lavoro di analisi teorico/critica.

Auguro buona lettura, per chi vorrà giungere fino in fondo. 🤗

Trasfigurazione

Bella

come la notte

distendi il tuo manto su me

e le tue stelle,

mirabili misteri

nell’oscurità del Cosmo,

dischiudono all’Eterno.

 

[Fabio Sommella, 14 gennaio 2008]

 

Analisi teorico/critica

Criteri

Luigi Rognoni, nella sua Introduzione a Funzioni strutturali dell’armonia, di Arnold Schönberg, afferma che “La teoria viene fuori dall’analisi e l’analisi è il risultato di un costante approfondimento del rapporto fra percezione sensibile e logica delle strutture interne della creazione artistica.”. Nel medesimo trattato – nonché è riportato sulla copertina del libro – Arnold Schönberg afferma che “La teoria non deve mai precedere la creazione.”

È pertanto secondo i criteri così bene appena riportati, nelle parole di Rognoni e Schönberg – riepilogando far precedere sempre la creazione artistica, quindi anche poetico-lirica come in questo caso, alle fasi teorico-analitiche – che, nel piccolo che mi è proprio e mi appartiene, stavolta vorrei svolgere ruolo di analisi teorico/critica non verso testi o opere altrui ma verso un mio testo. Nello specifico, oggetto di analisi teorico/critica, sarà il mio breve componimento Trasfigurazione sopra riportato.

Premetto che, all’epoca di composizione della suddetta lirica, io ho composto di getto, senza pensare minimamente ai contenuti, perlomeno senza pensare affatto ai termini che stavo usando, alla struttura, ma solo avvertendo l’impellente bisogno di esprimere i contenuti in termini di puro e immediato significato.

Aggiungo inoltre, senza indugiare in ulteriori inutili dettagli, che la lirica è stata composta di notte per la donna amata in un momento di verosimilmente intenso afflato d’intimità affettiva; pertanto: tipica lirica d’amore in cui, come si spera ben descriva il titolo, la donna amata, con tutte le sue istanze fisico-emotive specifiche, diviene appunto oggetto di trasfigurazione in elementi – naturali o culturali o altro – di diverso e, probabilmente, superiore ordine. Sono i nessi fra le prime istanze e il secondo ordine che adesso ci accingiamo ad analizzare nell’ottica teorico/critica che Luigi Rognoni e Arnold Schönberg hanno così bene sintetizzato e mostrato nelle loro affermazioni.

Parole cardine ed Elementi caratteristici

Il mio componimento è costituito da sette versi. Questi sono analizzabili innanzitutto in termini di elementi cardine: vediamoli.

In ogni verso è individuabile, in effetti, una parola cardine; riconosciamole. Queste sono:

  1. Bella
  2. notte
  3. manto
  4. stelle
  5. misteri
  6. Cosmo
  7. Eterno

Più in generale, potremmo estendere ciascuna singola parola a elementi caratteristici; questi sono quindi:

  1. Bellezza
  2. Notte
  3. Abbraccio
  4. Astri
  5. Misteri
  6. Universo
  7. Eternità

Lettura esegetica

È allora qui che, servendosi ancora delle relazioni sintattiche presenti nel testo tutto, si può cogliere un percorso. È questo di fatto un percorso istintuale ma verosimilmente presente e vivo nell’autore nel momento della composizione. Si tratta di un procedere da un itinerario a un altro, itinerari pur remoti fra loro. Ciò avviene attraverso tappe intermedie e processi paralleli.

Il protagonista da subito constata, in modo solenne e lapidario, la condizione di Bellezza (“Bella”) della protagonista, sua interlocutrice e musa ispiratrice.

Poi, analogamente alla Notte (“come la notte”), avverte una condizione di Abbraccio (“distendi il tuo manto su me”) che la medesima effettua abbracciando , o meglio avvolgendo, con il proprio manto (braccia e corpo, in modo avvolgente) lui stesso.

Gli Astri (“le tue stelle”) sono Misteri da ammirare (mirabili misteri) parallelamente: è, questo parallelo, probabilmente il momento di maggior sensualità della lirica, momento pur camuffato, laddove si transita attraverso simbologie che rimandano a particolari e a dettagli di colei, che il protagonista non enuncia ma lascia intuire, che ammira (“mirabili”), mantenendoli nel giusto e misurato grado di riservatezza e inconoscibilità (“misteri”).

È qui che si piomba – si vien, implicitamente, catapultati? – nella Natura dell’Universo, laddove il Cosmo (“Cosmo”) risulta oscuro (“nell’oscurità”), ineluttabile ma anche inesplicabile per la sua grandiosità e al contempo indecifrabilità. Tuttavia essendo collocati i “mirabili misteri / nell’oscurità del Cosmo”, rendono quest’ultimo, oltre che Cosmo propriamente detto, anche estensione universale dell’Amore, il quale trascende l’attimo specifico contingente.

Sono quindi proprio queste stelle che, parallelamente alla citata condizione di mirabilità e indecifrabilità, aprono alla condizione finale, ovvero alla condizione sovratemporale rispetto all’attimo contingente e fuggente; le stelle (“mirabili misteri”), nell’Amore (“nell’oscurità del Cosmo”), trascendono l’attimo contingente e aprono all’Eternità (“dischiudono all’Eterno”).

È quest’ultimo – se non il punto d’approdo, dal momento che all’Eterno non è ascrivibile un punto e tantomeno un approdo, – il proiettarsi verso un infinito temporale, laddove quello spaziale dell’Universo (Cosmo”) è l’insondabile scenario e sfondo nel precedente parallelismo.

Pertanto, in parallelo, l’insondabilità del Cosmo e il dischiudersi all’Eterno sono i due momenti che il protagonista vive con la – e grazie alla – sua musa ispiratrice: una speranza, un attimo, un ricordo perenne, contro tutte le effimere caducità dell’esistenza che – quell’attimo, quella speranza e quel ricordo – intenderebbero usurpare, facendosene beffa. Il riscatto è il presente componimento, canto lirico contemplante l’insondabilità del Cosmo (l’Amore) e il dischiudersi all’Eterno.

Conclusioni

Corretta l’analisi teorica? Ovvero, per dirla con la terminologia usata da Luigi Rognoni, si è riusciti a mettere in luce il “rapporto fra percezione sensibile e logica delle strutture interne” della creazione artistica qui trattata? Pertinentemente a questo mio specifico e particolare componimento?

Penso di sì. Io sento, almeno avverto, di sì.

È la prima volta che effettuo l’analisi teorico/critica del medesimo (ma anche di un mio, pur breve, lavoro o componimento); e, a tal fine, ho fatto necessario riferimento al modello e agli strumenti (i criteri) che Arnold Schönberg e Luigi Rognoni, un tempo immemore fa, hanno messo a disposizione in altro ambito artistico. Ma sono anche persuaso che i medesimi siano validi a prescindere dal genere d’arte e siano attuabili in qualsiasi epoca culturale.

La percezione sensibile, oltre alla intera lirica stessa, sono le Parole cardine e gli Elementi caratteristici che son stati individuati. La logica delle strutture interne (della creazione artistica) è la Lettura esegetica che è stata effettuata.

L’autore, tanto del componimento quanto dell’analisi teorico/critica, si è divertito, pur in forme e modalità molto diverse, attuando necessari differenti approcci, tanto nella prima (percezione sensibile) che nella seconda (individuazione e messa in evidenza della logica delle strutture interne): il primo è un approccio di sensibilità ed espressione estatica; il secondo è un approccio di razionale e logica presa in esame del materiale poetico generato/partorito in un attimo di estasi e ispirazione.

È così che la vita procede nelle sue dialettiche, stupendoci e poi aiutandoci a comprendere i motivi di questo stupore, nonché a intuire gli strati sottostanti, talvolta reconditi, che lo supportano. Ciò è vero in quanto, come insegnava Arnold Schönberg, “La teoria non deve mai precedere la creazione”; ovvero, capovolgendo l’ordine dei termini, il piacere e il gusto del vivere devono sempre precedere i tentativi di comprensione e analisi del vivere.

Perché la vita è un’opera (d’arte) aperta.

 

[Fabio Sommella, 02 ottobre 2019]

 

FINE

 

Attribuzione – Non commerciale – Non opere derivate 2.5 Italia (CC BY-NC-ND 2.5 IT)

[1] Trasfigurazione, tra gli altri, è presente anche ai seguenti link:

  • In Poetry Sound Library, dal menu POETS, selezionare Fabio Sommella accedendo per ordine alfabetico
  • Su questo sito, in questa pagina e anche qui