Squarcio di luce ultima di tramonto,
nubi intensamente azzurre.
Silenzio soltanto!
Lo sguardo carezzava da lontano luci di vagoni.
Dietro il vetro appannato
strade solitarie e fredde,
rami secchi;
il fumo denso d’un comignolo
si alzava verso il cielo.
Tepore d’inverno.
Cantare nel cuore
di canzoni tristi,
vibrare di corde tese,
suonare di violini,
scrosciare di musiche eterne
e sonorità celesti.
Poi,
come consueto gioco,
svaniva l’inganno;
restava la malinconia
che abbracciava la sera
con gli occhi
di chi trova il calore.
[1977]