I SEMINARI MUSICALI E CULTURALI DI TITO SCHIPA JUNIOR A ROMA

Poi succede che noti, su FB, il post dei seminari tenuti a Roma da uno dei massimi artisti fin dai tempi della tua giovinezza, nonché appartenenti alla generazione ’40-’50: Tito Schipa Junior. Prendi contatti e quando parli al telefono anche con lui, poco dopo, non puoi fare a meno di arrivare al “tu”, perché ti sembra di parlare con un vecchio amico che, attraverso la sua musica e i suoi testi, ti ha raccontato tanto di lui.

Quindi inizi a seguire i seminari: anche quello sull’opera lirica di Mascagni, che ti ordina le idee e ti apre orizzonti. Ma ti concentri sul musical americano del periodo ’30-’60.

I primi due incontri sono un salto dalle origini all’epilogo: Roberta (1930) di Jerome Kerr, Hair (1966) di Rado, Ragni, MacDermott, ovvero quando Broadway viene liberata. Questo è un salto lungo come un pezzo di Storia occidentale, ma non solo, perché – come dice il Maestro Tito – dentro a Hair e a quella generazione c’è l’Oriente e ci sono i Pellerossa, c’è Aldous Huxley e c’è il Qui ed Ora, ovvero anche la Latinità (hic et nunc). Ci sono tutte queste cose farcite e guarnite dalla passione artistica e dalla cultura del Maestro Tito Schipa Junior, dalla sua filosofia di vita, dalla sua ricerca della “peace of mind”, dalle sue traduzioni (traduttore ufficiale per l’Italia di Bob Dylan e Jim Morrison), dalla musica anche dal vivo.

Per tutti gli amici: l’iscrizione ai seminari è ancora aperta, si può entrare in corsa, con ovvia riduzione dei prezzi (già davvero “popolari”, direi), anche decidendo di partecipare a uno o a pochi seminari, di proprio interesse. Personalmente io seguo tutto il programma perché ogni incontro con Tito è un’esperienza esistenziale e culturale, una pratica di conoscenza di sé stessi e degli altri che fa bene all’anima, meglio di qualsiasi presunta terapia medica.

Qui sopra il link al calendario degli incontri 2019-2020, che si tengono presso la sede dell’UPTER di Roma, in via Quattro Novembre 157, ROMA.

Ah: qui sotto c’è invece una registrazione, fatta da me, di Tito che, nel corso del seminario del 30OTT2019,, al piano esegue la versione da lui tradotta del celeberrimo Let the sunshine, brano che rappresenta l’acme musicale del musical Hair. Una chicca che io, con timidezza e rispetto, ho preso a registrare poco dopo che era iniziata; mi sembrava di rubare qualcosa ma la tentazione è stata troppo forte. La mia ripresa è pessima, non rende giustizia, ma l’esecuzione dal vivo è stata maestosa.

All’amico Tito – ormai mi considero tale, con lui – ho detto: “Una precisazione: nella tua bella versione di ‘Let the sunshine in, ho notato che il verso medesimo, traducibile letteralmente con ‘Lascia che il sole entri‘, lo hai reso invece con ‘Cerca il sole in te‘. Ora  non credo sia solo una questione di ritmo e metrica quanto, piuttosto, di semantica che hai voluto conferire alla tua versione: il sole non deve entrare dall’esterno, e riempire un sacco vuoto, alla maniera catechetica di San Paolo; il sole, come la conoscenza socratica, é giá in noi e va solamente – cosa, comunque, non facile – cercato. Mi piace leggerlo così, il tuo brano tradotto in italiano, e credo sia per questo che io, da sempre (oltre quarant’anni), amo le tue opere, la tua musica e adesso i tuoi seminari di spettacolo e cultura.”

Il maestro Tito, tra le altre cose, mi ha risposto così: “Grazie come sempre J Infatti la difficoltà è cercare una metrica convincente e cantabile e lasciare – o perfezionare – l’intenzione originale.”

Che dire di altro?

A presto.

[Fabio Sommella, 31 ottobre 2019]

Attribuzione – Non commerciale – Non opere derivate 2.5 Italia (CC BY-NC-ND 2.5 IT)

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